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Pubblicazione: 18/06/2021
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Badoere, le risorgive del Sile e gli asparagi IGP di Badoere è il racconto di una bellissima giornata alla scoperta di un territorio racchiuso tra il fiume Sile e il suo fratello minore Zero, delle sue bellezze naturalistiche e dei suoi prodotti di eccellenza: gli Asparagi Igp di Badoere.
L’occasione è partecipare alla Festa dei Germogli di Primavera, manifestazione che si tiene tutti gli anni nel periodo fra maggio e giugno attraverso la quale la Proloco di Morgano (Tv) presenta ad operatori e turisti i valori sociali e culturali che girano intorno all’Asparago Igp di Badoere.
Numerosi sono gli appuntamenti che ruotano intorno a questo evento molto atteso: dalla mostra mercato dell’Asparago Igp, alle serate gastronomiche in collaborazione con i ristoranti dei paesi interessati per assaggiare e degustare i buonissimi Asparagi Igp ed infine le passeggiate naturalistiche per conoscere meglio un territorio che molto offre dal punto di vista paesaggistico e naturale.
Mulini, boschetti e le famose risorgive con i fontanassi fanno infatti da contorno ad un flora e fauna molto ricche, tipiche del biotopo del Sile.
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Arriviamo nella bellissima Rotonda di Badoere, un luogo affascinante e ricco di storia. Se non fosse per le auto parcheggiate è come fare un tuffo nel passato!
La Rotonda di Badoere è il centro di quello che una volta era la vita agricola della zona.
Pur essendo una struttura di fattura elegante, che induce a pensare fosse la Barchessa della villa padronale che si trovava invece poco distante, la Rotonda identifica invece Badoere come luogo di mercato, frequentato fin dal XVII secolo tanto da attirare le invidie dei Provveditori della città di Treviso che vedevano sminuita l’importanza del loro mercato cittadino.
La conformazione della Rotonda si definisce agli inizi del Settecento, quando intorno al campo del mercato vengono dapprima edificate da un lato la Chiesetta e varie casette, le modeste dimore dei braccianti e lavoranti, mentre nell’altro emisfero più nobilmente rifinito, si aprivano le attività commerciali – il sarto il calzolaio, l’osteria – che disponevano di casa e bottega.
41 sono le arcate che compongono la Barchessa di Ponente e che corrispondono ad altrettanti botteghe. Si tratta di fatto del primo centro commerciale della storia moderna di cui possiamo ancora trovare traccia nei caratteristici finestroni con le imposte bloccate in alto da ganci pendenti dal soffitto che avevano funzione di vetrina.
Ad attenderci alla Rotonda troviamo Valentina, che rappresenta la proloco di Morgano Badoere, ed è l’organizzatrice della nostra giornata alla scoperta del territorio, delle bellezze naturalistiche e dei prodotti di eccellenza.
La Proloco è molto attiva in questo territorio ed ha a cuore la valorizzazione del patrimonio storico – ambientale della zona, tramite varie attività nel corso dell’anno.
Uno degli eventi più attesi è la Mostra dell’Asparago di Badoere, che si svolge proprio sotto i portici della Rotonda. La manifestazione ha il suo culmine con la Festa dei Germogli di Primavera. Nata come festa paesana, con il passare degli anni è diventato un appuntamento molto importante tra i produttori della zona.
Valentina ha una sorpresa per noi. In compagnia di Claudio, guida naturalistica, partiamo in bicicletta per un’escursione lungo il fiume Sile fino alle risorgive addentrandoci per il parco naturale alla scoperta delle bellezze naturali che questo territorio offre ai visitatori.
Il noleggio di biciclette è uno dei servizi offerti dalla proloco di Morgano ed è il mezzo ideale per godersi il paesaggio e rilassarsi in buona compagnia.
Si dice che non c’è vita senza acqua ed è per questo che i fiumi, i rivi e le sorgenti hanno sempre avuto un ruolo molto importante nella storia dell’uomo.
La salvaguardia di flora e fauna, biotipi legati al territorio, diventano un ricco patrimonio ambientale da preservare e a questo scopo nasce il Parco Naturale del Fiume Sile
Il nostro itinerario in bicicletta inizia su strada asfaltata passando dietro la Rotonda di Badoere dove notiamo quelli che erano gli ingressi delle varie abitazioni dei braccianti che lavoravano nei campi circostanti, separate ognuna dal proprio camino.
Costeggiando le mura di Villa Badoer Marcello, il palazzo dei Signori di Badoer, si arriva alla strada sterrata e iniziamo a vedere i campi. Il silenzio della campagna è interrotto solo dal volo degli aironi guardabuoi e da una lepre che fugge non appena ci vede.
Prima di inoltrarci nel bosco passiamo davanti ad un fondo chiuso e Claudio ci spiega le caratteristiche e l’importanza che i fondi chiusi avevano in quanto permettevano di avere più raccolti all’anno perché riparati dagli alberi.
Bici alla mano ci addentriamo nel bosco fino ad una radura dove ammiriamo una maestosa farnia, una quercia secolare, simbolo della memoria dei boschi antichi.
Ci immergiamo nella natura rigogliosa costeggiando la riva della risorgiva dove gli alberi si specchiano nelle acque chiare dovute al fondo sabbioso e non melmoso.
Una passerella in legno ci conduce al Fontanasso dea Coa Longa (Fontanile della Coda Lunga) una polla sorgiva dove l’acqua sembra ribollire quando dalla falda risale verso la superficie con un dolce gorgoglio, ed è qui che viene identificata l’origine del corso del Sile.
La creazione del Parco Naturale del Sile ha permesso la salvaguardia di un patrimonio naturale di grande importanza dove l’acqua, il fiume, sono risorsa essenziale per la vita quotidiana, sia come via di comunicazione, che come risorsa idrica ed economica per le coltivazioni del territorio.
E se una volta l’attività principale della zona era la produzione e macinazione del grano grazie ai numerosi mulini che si trovavano sulle sponde del Sile, ora è grazie alle particolari caratteristiche del terreno che la coltivazione più importante della zona sono diventati gli Asparagi, che con il corso degli anni hanno potuto avvalersi di prestigiosi riconoscimenti come il marchio Igp.
Non per ultimo il Parco è meta di suggestive passeggiate dove riappropriarsi del tempo, della natura e dei ritmi lenti che la vita di tutti i giorni ci preclude.
Torniamo alla Rotonda di Badoere dove attenderci troviamo Mario e Carlo Colombo della Tessitura La Colombina che ci raccontano l’affascinante storia della loro famiglia di tessitori che inizia in Lombardia a fine Ottocento con la lavorazione dei bachi da seta.
I loro sono filati pregiati ed è il sig. Angelo nel 1895 che controlla personalmente la qualità dei bozzoli dei bachi da seta che i contadini nutrono con i gelsi delle campagne lombarde. Successivamente si trasferiscono nella provincia di Padova prima e in seguito qui a Badoere dove le coltivazioni dei gelsi e quindi dei bachi da seta sono più estese e prolifiche.
La loro azienda ha l’ingresso proprio al centro di uno dei due emisferi della Rotonda di Badoere e racchiude in sè tutta la storia di questo mestiere così affascinante.
Con l’avvento dei macchinari moderni la produzione si diversifica e dalla lavorazione della seta passano a quella della lana creando successivamente un brand con prodotti di design.
Mario è il primo che segue le orme del padre ed entra nell’azienda di famiglia mentre Carlo intraprende la sua carriera di architetto, fino al momento in cui si rende conto che si stanno perdendo valori importanti e preziosi.
Decide quindi di sistemare e rimettere in funzione telai di fine ‘800 per il recupero di antiche tradizioni, tradizioni che ora tramanda attraverso la creazione di una linea di produzione di capi esclusiva e la fondazione di una scuola di Tessitura.
L’amore che i fratelli Colombo nutrono per il proprio lavoro emerge dalle loro parole, i racconti di una vita, mentre accarezzano gli 11 telai ora perfettamente funzionanti, e i fili che vengono di nuovo incordati con maestria e delicatezza.
Sono lavori manuali lunghi, dove pazienza e manualità sono importanti tanto quanto la concentrazione, un piccolo errore e il lavoro si deve ricominciare.
Sapevate che il peso specifico 900 mt di filo di seta equivale a 1 denaro? Da qui la classificazione del peso delle calze che indossiamo.
Dopo aver assaporato il pranzo nella “locanda” della Rotonda a base di buonissimi Asparagi IGP del Consorzio di Badoere ci dirigiamo presso l’azienda agricola Benozzi dove Carlo, neo presidente del consorzio, ci illustra tutte le fasi di produzione, lavorazione e scelta che portano l’Asparago di Badoere alla certificazione IGP.
La zona di produzione dell’Asparago di Badoere IGP è compresa tra una quindicina di comuni sparsi tra le province di Treviso, Padova e Venezia dove circa 18 aziende produttrici si avvalgono di questa importante certificazione.
Sebbene l’origine della coltivazione di Asparagi in Veneto risalga ai Romani, è solo nel dopoguerra che ne troviamo un concreto sviluppo, grazie anche all’abbandono delle coltivazioni dei bachi da seta diventate non più remunerative, per arrivare al 2010 quando viene insignita del prestigioso marchio IGP.
La vicinanza delle coltivazioni all’oasi naturalistica del Sile e dei suoi affluenti fa sì che i terreni abbiano il giusto drenaggio, un habitat naturale fertile, per ottenere un prodotto di qualità dalle caratteristiche organolettiche e sapore unico.
E’ una coltivazione che richiede ancora tanto lavoro manuale, ci vuole dedizione e passione, il faticoso lavoro di un anno intero dà i suoi frutti solo due mesi all’anno tra aprile e maggio. Ogni singolo asparago viene colto a mano in posizione chinata con il solo ausilio della Sgorbia, un lungo bastone con alla fine un coltello che permette la raccolta senza rompere l’asparago.
Due sono le tipologie di Asparago che troviamo nel consorzio di Badoere: quello Bianco, dal fusto largo, il sapore dolce, tenero e privo di fibrosità e quello Verde sottile, dal gusto più intenso, con aroma fruttato ed erbaceo persistente.
Sebbene li possiamo trovare nello stesso campo uno di fianco all’altro la loro coltivazione è decisamente differente.
In campo aperto il Verde, deve il suo colore brillante proprio all’azione della clorofilla, viene raccolto tutti i giorni e sua nemica è l’erba che cresce incolta nei campi.
Il Bianco, tipologia che troviamo solo in Veneto, deve invece il suo candore alla totale assenza di luce. Tramite la Baulatura vengono infatti coltivati sotto montagnette di terra che vengono ricoperte da un tessuto oscurante per fare in modo che non prendano luce. Telo che impedisce loro anche la normale crescita, infatti l’asparago bianco trovando resistenza nell’uscire da terra cresce prima in larghezza e poi in altezza. La raccolta viene fatta manualmente alzando il telo il tempo strettamente necessario ad estrarlo e poi viene richiuso immediatamente in modo la luce non contamini gli asparagi.
Tutti gli asparagi appena raccolti vengono poi portati direttamente in azienda per la lavorazione il cui ciclo viene iniziato e concluso in giornata per essere poi consegnato ai vari mercati o distributori come prodotto freschissimo.
Solo gli asparagi che possiedono le caratteristiche indicate dal disciplinare del Consorzio possono fregiarsi del marchio IGP. Conformazione dei turioni, colore calibro lunghezza sono elementi determinanti per la loro suddivisione nelle varie categorie.
Lavoro che oggi viene alleggerito dall’uso di macchinari ultramoderni che provvedono prima alla lavatura degli asparagi, successivamente al taglio ed infine alla selezione che avviene tramite l’impostazione nel macchinario dei vari parametri di controllo.
E se il confezionamento per la grande distribuzione è semi automatizzato, quello in mazzi viene effettuato ancora rigorosamente a mano.
Prodotto che arriva fresco sulle nostre tavole, ricco di vitamine e minerali, ha proprietà diuretiche e depurative con un basso contenuto di calorie e un’alta digeribilità.
La sua conservazione dura pochi giorni, meglio tenerlo in frigo avvolto in un panno umido.
Il suo utilizzo si presta per numerose ricette, dai classici Uova e Asparagi, ai Risotti alle Creme. Si possono conservare sott’olio oppure in freezer precedentemente scottati.
Un’ultima curiosità, l’utilizzo della parte di scarto dell’asparago, quella vicino alla radice, al posto del Luppolo, per la realizzazione di una birra molto particolare.
Il racconto di questa terra meravigliosa si arricchisce con il contributo dei soci che hanno partecipato:
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