La Lombardia: il mercato di Luino

Pubblicazione: 31/05/2017

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Luino è una bella cittadina in provincia di Varese, sulle rive lombarde del Lago Maggiore, e vanta il mercato su strada più grande d’Europa: un vero primato in termini di estensione e di presenze. Il mercato prende il via dal Lungolago e le bancarelle si dispongono nel fitto del tessuto urbano, davanti agli edifici eleganti in stile ottocentesco, o al Circolo velico, con la bellissima terrazza sull’acqua. Fin quasi alla piazza dell’Imbarcadero, da dove si parte in traghetto per raggiungere, in mezz’ora o poco più, le rive piemontesi dirimpetto, oppure il Canton Ticino, a nord.

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Il mercato settimanale di Luino – si tiene ogni mercoledì – non è solo una moderna e importante realtà economica, ma è un vero e proprio pezzo di storia dell’alta Lombardia.  Le bancarelle invadono Luino sin dal 1535 quando la famiglia Mandelli, titolare del feudo di Maccagno Inferiore (allora “imperiale”), riesce ad ottenere da Carlo V d’Asburgo l’autorizzazione allo svolgimento di una fiera a settimane alterne tra Luino e Maccagno. La concessione esclusiva per Luino si deve, però, ai Borromeo e risale al 1543. Nel 1786 diviene fiera settimanale apprezzata per la vendita di formaggi, carni salate e insaccate (fresche solo d’inverno) lane, tinture, corde, tele, scarpe e prodotti di artigianato locale. A rendere così importante Luino e il suo mercato è stata certamente la posizione strategica: era infatti un punto di passaggio obbligato per il valico del San Gottardo ed era accessibile per via d’acqua sia dal Piemonte sia dalla Svizzera.

Il mercato, per secoli, è stato un’occasione preziosa per i contadini, gli allevatori, gli artigiani dei territori limitrofi e per le loro famiglie. Non si trattava solo di portare a termine vantaggiosi accordi economici o vendere le proprie merci, ma anche di godere di un momento sociale molto importante. Rappresentava l’opportunità di fare incontri, la possibilità di informarsi delle ultime novità in fatto di moda, di concedersi un dolcetto, andare dal barbiere o consultare un medico. Un momento fortemente socializzante, di scambio e di confronto con la comunità e, in qualche modo, anche di riscatto dalla durezza del lavoro quotidiano.

Come dicevamo, le numerosissime bancarelle sono divise per categoria merceologica: ecco allora la via delle calzature, la zona di abbigliamento e accessori, la parte dedicata a piante e fiori e, importantissima, quella dedicata ai prodotti alimentari.
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Un’esposizione piacevole e ben valorizzata è anche quella dei produttori locali: un bell’esempio di chilometro zero con ortaggi di stagione, formaggi e formaggini di capra, pane fresco preparato con lievito madre e cotto in forno a legna; ma vi si trovano anche i mieli tipici di queste zone, così come anche i frutti di bosco. Molto belle, alcune preziosità come lo sciroppo di fiori di glicine, le tisane ai fiori, la marmellata alle more e rosmarino, lo sciroppo di sambuco, la farina di ortiche, la confettura di cipolla e lamponi, che una bancarella altamente specializzata propone. Non dimentichiamo il pesce, che dà il meglio di sé in queste località lacustri, dove è tradizionale la pesca di agoni, persici e lavarelli.

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Questo mercato rimane a tutt’oggi un importante luogo di contatto e di scambio nel tessuto sociale del paese, portando intatta quella lontana radice che faceva, e ancora oggi fa dei mercati su strada, il naturale approdo dei prodotti del territorio, delle specialità e delle freschissime primizie di stagione. E poi, insostituibile, il contatto diretto e lo scambio personale con i produttori, che il solo il mercato permette.

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Vorrei ringraziare Simona Fontana Contini, responsabile dell’ufficio stampa del Comune di Luino, che, oltre a farmi da guida tra i banchi del mercato, mi ha fatto conoscere il sindaco Andrea Pellicini, il vice sindaco Alessandro Casali, l’assessore Castelli e il consigliere per il turismo Laura Frulli. Ho potuto scambiare, con loro, reciproci punti di vista sulle realtà del territorio cui anche noi di AIFB vogliamo dar voce con il progetto del Gran Tour d’Italia. A loro va il ringraziamento di AIFB, oltre che il mio personale grazie per la squisita accoglienza.

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